Sindrome del Colon Irritabile


news_cover
La Sindrome del Colon Irritabile (IBS, Irritable Bowel Syndrome in inglese) è una patologia relativamente recente dal punto di vista della definizione diagnostica.

30/01/2020 | 16:00

La Sindrome del Colon Irritabile è una patologia relativamente recente dal punto di vista della definizione diagnostica.

È il disturbo più comune che riguarda il colon ed è associato con due o più dei seguenti sintomi, di cui almeno uno si dovrebbe verificare una volta su quattro:

- dolore o disagio addominale, alleviato con la defecazione

- cambiamento nella frequenza delle feci

- alterazione dell’aspetto, del colore e dell’odore delle feci (feci dure, sciolte o acquose)

- alterazione del passaggio delle feci (con sforzo o urgenza, con la sensazione di evacuazione incompleta)

- produzione di muco

- rigonfiamento o sensazione di rigonfiamento addominale.

Altri sintomi somatici sono: flatulenza, mal di testa, letargia, frequenza ad urinare, mal di schiena. I sintomi psichici più frequentemente rilevati sono ansia e depressione.

E' un disturbo molto diffuso, molto di più di quanto se ne parli, sottovalutato e poco curato.

Quali sono le cause?

Nel 50% dei casi la sindrome è di natura psicologica (non presenta cause organiche chiaramente dimostrabili e i risultati dei test diagnostici sono negativi).

Nel tempo i disturbi aumentano, la qualità della vita peggiora e il paziente è costretto a una sorta di isolamento sociale e lavorativo. Spesso la cronicizzazione del disturbo è causata dall’approccio fai-da-te alla cura (diete sbagliate, prodotti di erboristeria, lassativi non idonei) o dalla stoica sopportazione dei sintomi senza ricorso a cura specialistiche. Purtroppo alla lunga la sindrome può comportare seri problemi sia organici sia psicologici.

Il segreto per arrivare alla soluzione è instaurare un rapporto di estrema fiducia e confidenza con il proprio corpo e "capire" il proprio intestino. L’intestino è considerato, a ragione, il "secondo" cervello del nostro organismo. Da un lato controlla la sua motilità e sensibilità grazie al sofisticato plesso mioenterico che lo avvolge, dall’altro produce enormi quantità di serotonina, neurotrasmettitore sintetizzato anche dai neuroni, che ha molto a che fare con il tono dell’umore. I pazienti sono convinti o preferiscono pensare che la sindrome del colon irritabile abbia solo cause organiche e per questo si rivolgono soprattutto al gastroenterologo piuttosto che ad uno psicoterapeuta. Invece le cause psicologiche sono spesso preponderanti.

Tra i fattori psicologici e sociali vi sono:

- Tratti marcatatamente rigidi di personalità o veri e propri disturbi di personalità.

- Il perfezionismo o meglio la difficoltà di conciliare le aspirazioni di autorealizzazione con gli ideali di perfezionismo che la persona ha interiorizzato (vale sia per gli uomini che per le donne). Questo conflitto tra aspirazioni e standard severi rende le persone costantemente preoccupate di non essere all’altezza e le espone a livelli elevati di stress cronico.

- La difficoltà ad esprimere in modo diretto, esplicito e verbale il proprio disagio psicologico che quindi si rende manifesto attraverso sintomi fisici quali l’IBS

- Il conflitto del ruolo di genere (soprattutto per le donne). Per conflitto del ruolo di genere si intende un conflitto del modo in cui ci si rapporta al mondo, a seconda del proprio genere sessuale. Nella nostra cultura le donne sono esposte a messaggi contraddittori che riguardano il loro ruolo di genere: da una parte viene richiesto loro un comportamento specifico in quanto donne (materno, dipendente, emotivo-affettivo, accudente, compiacente verso gli altri) dall’altra tale comportamento viene svalutato, giudicato come inferiore e soprattutto invalidante poiché non permette alle donne di ottenere una realizzazione personale, specialmente nel campo lavorativo. Tale conflitto può evolvere nella sindrome del colon irritabile quando la persona non riesce a focalizzarsi e a prendere consapevolezza del conflitto e a conciliarlo con se stessa, spostando tutto inconsciamente sul corpo.

- Ancora, la tendenza ad auto colpevolizzarsi. Si intende la tendenza ad assumersi la responsabilità di qualsiasi evento negativo e si traduce in elevati livello di autocondanna.

- Il Self-silencing scheme, uno schema di comportamento caratterizzato dalla tendenza ad autozittirsi, ad assecondare le esigenze altrui facendo ciò che gli altri si aspettano, negando e svalutando i propri pensieri e bisogni.

Ancora una volta entrano in gioco quindi le emozioni, il perfezionismo e quello che io chiamo "sano egoismo", chi non si prende cura di questi aspetti di se si focalizza con più probabilità su segnali corporei perché è meno in contatto con i propri bisogni emotivi.

Nelle forme acute e non ancora cronicizzate un trattamento psicologico allevia moltissimo i sintomi e il dolore. Dovrebbe comprendere l'espressione e l'elaborazione delle proprie emozioni e delle parti più profonde di sè, la reinterpretazione dei tanti pensieri disfunzionali e delle convinzioni legate all'ansia e alla propria malattia organica e la messa in pratica di sedute di rilassamento specificamente elaborate per questa problematica.