Pornodipendenza


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"Basta questa è l'ultima volta", "Posso smettere quando voglio", "Lo faccio solo perché mi piace farlo", "Non è una cosa che fa male", eccetera…Non dobbiamo considerare la pornodipendenza come un disturbo a se stante, ma come una strategia psicologica di adattamento ad uno stato di malessere più profondo e incarnato.

30/01/2020 | 16:00

“Basta questa è l’ultima volta”, “Posso smettere quando voglio”, “Lo faccio solo perché mi piace farlo”, “Non è una cosa che fa male”, eccetera…
Ecco alcune frasi che, chi pratica la masturbazione compulsiva con pornodipendenza da internet, si dice per incoraggiarsi e proteggersi dalla realtà. Sono delle giustificazioni, delle razionalizzazioni , inconsapevoli o volontarie.

Oppure: “Faccio schifo”, “Se lo sapessero mia moglie o i miei amici o i miei colleghi”, “Sono la vergogna delle persone” “Cosa mi sta succedendo?”

La pornodipendenza da internet riguarda la visione prolungata e quasi quotidiana di immagini, video o l’uso di chat erotiche.

Riguardo la pornografia molte persone credono a due credenze errate importanti:
1) La pornografia non è come una droga o come ad esempio il gioco d'azzardo o non è nulla di grave.
2) La pornografia non provoca una vera dipendenza. 

Non è così, non è proprio vero.

Che succede nel nostro cervello.
La pornografia provoca effetti simili a una droga e può provocare dipendenza patologica. Va a influenzare neurotrasmettitori simili a quelli che si liberano quando si assume cocaina o altre droghe. Vi è una produzione in eccesso di determinate sostanze (Ad es. dopamina) che porta ad un malfunzionamento dei recettori neuronali. Coinvolge anche altre zone importanti del cervello come il lobo frontale (specialmente per quanto riguarda gli apprendimenti automatici), l'ippocampo, ecc.

Insomma, si producono modifiche a livello cerebrale piuttosto consistenti, non siamo più noi a decidere, è il nostro cervello che ne vuole ancora di più, ancora e sempre di più. Inoltre, la sete di pornografia ha invaso così tanto i circuiti neuronali che anche quando si parla con un’amica, una collega, una parente, si vede una ragazza per la strada, su di un sito o in TV, nella mente, si materializzano immediatamente immagini intrusive legate al porno.

Si veda questo breve spot che pubblicizza pornografia a pagamento:

http://vimeo.com/87077283

funziona esattamente così, si va incontro ad un vero e proprio condizionamento.

Il cervello cerca gratificazione, indipendentemente dal fatto che essa provenga da droghe, alcool, gioco d’azzardo, cibo o masturbazione. Ovviamente la dipendenza insorge solo quando si esagera, quando il cervello non può più farne a meno e adotta comportamenti disadattivi per avere il suo premio.

La pornodipendenza da internet assume caratteristiche peculiari, è per certi aspetti molto vicina al gioco d’azzardo (alle slot in particolare) o alle abbuffate compulsive. L'impulso può arrivare all’improvviso, mentre si lavora, mentre si studia o altro. Tutto può partire da un’immagine, un ricordo, una sensazione, un pensiero veloce, l'impulso diventa irresistibile, non si è più se stessi, è il cervello a dettare legge. Il piacere poi è a portata di mouse, si ha un illusorio controllo, si salta da un video all’altro con curiosità frenetica alla ricerca della “dose” migliore, si è alla ricerca compulsiva del video migliore o più appagante, la gratificazione è continuamente rimandata e in un certo senso, si “accumula”. In pochi minuti si possono “possedere” più donne e “vivere” più situazioni erotiche che in tante vite intere. La curiosità per la ricerca di nuovi video o siti, diventa pian piano compulsione, il comportamento diventa automatico, non si riesce a gestirlo. La masturbazione (quando c'è, perchè può anche non esserci) è controllata, l’eccitazione è prolungata e l’orgasmo ritardato. E’ un processo coinvolgente, neurologicamente attivo, gli stimoli visivi dello schermo, i pixel in movimento, migliaia di video e centinaia di siti da cui attingere, tutti luminosi, accattivanti, stimolanti. Le ore passano senza accorgersene, si rimandano continuamente anche i bisogni fisiologici primari come mangiare, andare in bagno o andare a dormire.

A comandare non è più la persona ma uno stato dissociato del cervello, l’orgasmo è secondario, è solo una scarica, ciò che conta è l’attivazione costante durante la ricerca del video “perfetto”, attivazione che può rimanere attiva anche nelle ore e giorni seguenti.

Conseguenze belle e meno belle.

Gli effetti collaterali di tutto questo sono tanti. Ad esempio l’amore e gli affetti vengono disumanizzati, le amicizie trascurate (quando si esce si pensa spesso a quando si tornerà a casa), i partner non considerati o visti solo come delle "pornostar" oppure oggetti sessualizzati (esistono infatti dei gruppi di auto-aiuto per i partner dei pornodipendenti da internet, i quali possono provare grossi sentimenti di svalutazione, avvilimento, rifiuto e delusione).

Ancora, si può trascurare il lavoro, lo studio o il riposo, non ci si riesce ad applicare perchè spesso si dorme poco e male, si può avere un calo del desiderio sessuale (specie verso il partner, si può provare fastidio all’idea di fare sesso con lui/lei), semi impotenza, possibilità di eccitarsi solo con materiale pornografico (a volte non ci si eccita nemmeno ma lo si fa lo stesso), dolore durante l’eiaculazione e, come già detto, ogni donna “diventa” una pornostar o un oggetto sessuale. Per alcuni, la masturbazione sul web, finisce per diventare più gratificante del sesso reale.


Col tempo l’umore si abbassa, il soggetto diventa sfiduciato, comincia a vedersi come un pervertito o uno “sfigato”. Dopo la scarica dell’orgasmo prova disgusto, vergogna e ci si ripromette di non farlo più. Masturbarsi molte volte al giorno (ma anche solo stare per ore davanti a uno schermo) poi, può portare ad altri tipi di conseguenze: dolori muscolari, occhi stanchi, dolore al pene, difficoltà di concentrazione, stanchezza cronica, mal di testa, senso di debolezza, sonno disturbato. Inoltre ci si sente in colpa per avere sciupato tanto tempo e (in alcuni casi anche soldi).

Consideriamola quindi come un comportamento che può diventare patologico e non, come un vizio o un abitudine, non è come mangiarsi le unghie. Si tratta di una forma clinica ostica da affrontare, il piacere non è solo cerebrale ma anche psicologico e relazionale. L’orgasmo appaga l’individuo anche a livello cosciente e prova un piacere evidente, anche se dopo si rende conto di ciò che ha fatto e prova sentimenti negativi. Insomma masturbarsi e fruire di pornografia è un'attività piacevole. Inoltre, a differenza delle abbuffate, del gioco patologico, della dipendenza da droga, la masturbazione compulsiva non lascia conseguenze visibili: non si ingrassa o non si sperpera cibo, non si spendono soldi, non si commette nulla di illegale, bastano un pc, una connessione e qualche ora di solitudine. Il soggetto non si sente sanzionato dall’esterno perché nessuno lo sa e nessuno se ne accorge, la sanzione arriva dall’interno. La persona rimane sola, con la sua vergogna, tanta tristezza, colpa, il disgusto verso se stessa e gli impulsi coattivi che la rendono schiava nel ripetere l’operazione e di cercare un nuovo illusorio piacere.

La psicoterapia aiuta? Si!   La TMI: Terapia Metacognitiva Interpersonale per i Disturbi di Personalità.
Per uscirne fuori la prima cosa da fare, a mio parere, è quella di rendersi conto di cosa sta succedendo, prenderne consapevolezza, cercare di spezzare l’automatismo e soffermare la propria attenzione su di se e sulla propria condizione di dipendenza.

Il secondo passo è trovare il coraggio di ammetterlo, con se stessi, accettare di non riuscire più a controllarsi, guardarsi dentro con sincerità, senza trovare scuse o procrastinare: “da domani”, “da settembre”, “da lunedi”, ecc. Quanti domani sono trascorsi e quante ore intanto sono passate davanti ad uno schermo?

Le domande da porsi sono: “Quanto spesso lo faccio? “Ogni giorno?” “Quanti giorni posso stare senza farlo o senza pensarci?” “ Se mi viene voglia ma decido di non farlo oppure ho altro da fare, ci riesco?” “Ho mai pensato di smettere?” "Come mi sento se non lo faccio?".
E’ necessaria tanta forza di volontà e da soli è difficile riuscirci.

Nonostante la comprensibile vergogna e l'imbarazzo, bisognerebbe trovare il coraggio di rivolgersi ad uno Psicoterapeuta esperto di Disturbi di Personalità (ci sono sempre a mio parere, sullo sfondo dei tratti patologici di personalità: in genere narcisistici, borderline o evitante, ma possono essercene anche altri). Non bisogna considerare la pornodipendenza come un disturbo a se stante, ma come una strategia psicologica di adattamento ad uno stato di malessere più profondo e incarnato.

Secondo la TMI: Terapia Metacognitiva Interpersonale per i Disturbi di Personalità (Dimaggio et al., 2019), un ruolo fondamentale è giocato dalla presenza degli schemi interpersonali maladattivi che, per motivi relazionali o traumatici si sono originati e consolidati durante la vita del soggetto dando poi vita a fenomeni disattattivi come la pornodipendenza o altro.

Ad Es., i miei bisogni di vicinanza, cure, autonomia esplorativa, appartenenza, ecc. non vengono o non sono stati soddisfatti da chi si doveva occupare di me o da chi mi sta vicino, si attivano emozioni negative come tristezza, costrizione, vergogna, ecc. contemporaneamente all'immagine negativa di noi di essere ontologicamente soli, inutili, bloccati, non amati, ecc. La mente, la natura "impara" che per gestire questi schemi molto dolorosi e la devitalizzazione che ne consegue, può ricorrere a delle strategie, alcune possono essere adattive e sane, altre, come la pornografia, alla lunga possono portare alle conseguenze negative che abbiamo visto sopra. Da quest'ottica diventa chiaro che non è solo la pornodipendenza a dover essere curata. E’ indispensabile fare un lavoro sugli schemi, se possibile capire quando e come si sono originati, altrimenti, grazie all'uso di varie procedure esperienziali e relazionali col terapeuta, comprendere il ruolo che giocano nel presente, riconoscere quando si attivano, prendere consapevolezza del proprio funzionamento metacognitivo e trovare assieme diverse strategie di gestione della sofferenza, anche accedendo a parti sane e vitali della persona.

Sarebbe molto utile l’astinenza per consentire, in un tempo variabile, ai circuiti cerebrali di normalizzarsi, di ritrovare il giusto equilibrio, stabilizzare la produzione di dopamina al livello normale e contemporaneamente, rinforzare nuovi comportamenti gratificanti, più sani nel soggetto. Questo però non sempre è possibile a inizio terapia.
Bisogna anche modificare pian piano l’idea che queste persone si sono costruite del sessualità e del mondo del porno. Spesso si crede che tutti siano sempre disinibiti o facilmente accessibili come le protagoniste delle esili trame narrative dei film porno, che tutte le persone amino determinate pratiche e cose del genere. Questo crea una visione della sessualità distorta, cosa che sta già succedendo anche tra gli adolescenti, maschi e femmine, anche senza la presenza di un disturbo.

La mente crede a quello che vede e sente più spesso e a quello che maggiormente gratifica il nostro cervello.

E’ una falsa normalità veicolata da milioni di film o video presenti sul web, non solo pronografici.

Non è vero!!!

Non è così, anzi, molto spesso i protagonisti di questi filmati sono sfruttati, indotti alla prostituzione, drogati, soggiogati psicologicamente o ricattati. Si prestano per poche centinaia di euro, per necessità, per bisogno o semplicemente perchè seriamente disturbati (giovani ragazze con gravi disturbi borderline soprattutto)

C’è inoltre un tasso altissimo di morti premature e di suicidi tra pornostar (vi invito a visionare questo video un po’ triste: https://www.youtube.com/watch?v=U5OpsS2B4z0 ).

E’ importante sottolineare che la pornodipendenza da internet può riguardare un po’ tutti, in maggioranza si tratta di uomini ma un 30% circa è rappresentato da donne. Coinvolge anche persone sessualmente appagate, fidanzate, sposate, con figli, di tutte le età e di tutte le condizioni, anziani, giovani, adolescenti, ricchi, poveri, colti e poco istruiti. A questo proposito consiglio di guardare un ottimo film, fatto molto bene che tratta dell’argomento in modo approfondito e ironico: “Don Jon” di Joseph Gordon-Levitt.

Quali sono le cause?

Come ho già detto un ruolo fondamentale è dato dagli Schemi Interpersonali Maladattivi interiorizzati.

Inoltre, fatto che il materiale porno è così facilmente accessibile, gratuito, ha un’influenza fondamentale. Magari si inizia da un evento isolato, scaturito in un periodo in cui non si ha un partner e poi lentamente, col passare dei mesi o degli anni, si scivola nel circolo vizioso e ci si ritrova a cercare compulsivamente materiale hard sul web ogni giorno.

Spesso la noia, come assenza di desideri attivi gioca un ruolo importante, si ricercano stimoli, passatempi, svaghi e i siti porno sono molto attivanti.

Altri fattori, più profondi come dicevamo, riguardano tratti di personalità, spesso orginatisi nell'infanzia, nell'adolescenza o in dinamiche relazionali: esposizioni a traumi, trascuratezze, maltrattamenti fisici o sessuali, esperienze emotive dolorose ripetute, storie di vergogna, umiliazioni o rifiuti affettivi, mancanza di figure di supporto o incoraggianti nel corso della vita, o presenza di familiari limitanti, scoraggianti o bloccanti nell'autonomia della libera iniziativa. Nel presente incapacità di affrontare le proprie emozioni negative o di viversi i propri vuoti o le proprie sofferenze emotive.  Molti si rifugiano in attività protettive o adattive di vario tipo (gioco, droga, alcool, divertimento sfrenato, cibo, porno, ecc.) per non rimanere coi propri pensieri, le proprie emozioni e il proprio mondo interno. Un mondo interno che fa paura, crea angoscia, uno stato mentale doloroso che come un'ombra nera si affaccia per una frazione di secondo alla coscienza ma che viene subitaneamente allontanato con le suddette attività. E' un processo automatico, involontario e rapidissimo. La masturbazione compulsiva con visione di siti porno diventa un’attività di coping efficacissima nello svolgere questa funzione.

Col tempo diventa una vera e propria dipendenza patologica, non è un vizio e non è una cattiva abitudine.

Per chi vuole approfondire suggerisco quest'altro video: https://www.youtube.com/watch?v=OP0LGEolQDM .

Dott. Vito Lupo

BIBLIOGRAFIA:

Dimaggio, G., Ottavi, P., Popolo, R., Salvatore, G. (2019). “Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia metacognitiva interpersonale”. Milano: Raffaello Cortina.