Disturbi somatoformi



30/01/2020 | 16:00

Il gruppo dei cosiddetti “Disturbi Somatoformi” racchiude un insieme di sintomi fisici o presunti tali che hanno a che fare con la presenza di reale DOLORE in alcune zone del corpo, dolore solamente percepito o TIMORE DI AMMALARSI. Tra i più diffusi: mal di testa, mal di schiena, mal di pancia, continua stanchezza o spossatezza, inappetenza,dolori e fastidi gastro-intestinali, vomito, problemi nella locomozione,dolore genitale o mestruale (anche in assenza di coito), dolori indifferenziati che possono comparire o scomparire improvvisamente e senza motivo in varie zone del corpo. Ce ne sono poi altri molto più eclatanti che nell’800 rientravano nel quadro clinico dell’isteria. Ovviamente, sono tutti di origine mentale (cosa da accertare con opportuni esami medici), la persona si rivolge spesso al medico per farsi visitare, rassicurare o prescrivere esami specialistici, a volte invece, preferisce non andarci proprio per il terrore si scoprire di avere una malattia grave. Anche se è stato accertato che non c’è nulla di organico, la preoccupazione rimane, o compaiono nuovi timori e nuovi dolori. Il soggetto soffre molto ed è sinceramente preoccupato ma a pagarne le conseguenze, sono spesso anche i familiari, gli amici o i partner che sono costretti a subire continue lamentele. Per il trattamento è importante innanzitutto che il paziente prenda coscienza e accetti che la natura dei dolori sia di origine mentale o che i suoi timori di ammalarsi siano infondati. Bisogna poi lavorare ad un livello più profondo per capire come si è sviluppata la sintomatologia, rielaborarla e trattarla. A mio parere poi, e QUESTO VALE PER TUTTI, bisognerebbe limitare l’uso di farmaci, anche se blandi, conosco persone che letteralmente si abboffano di antidolorifici, antiinfluenzali e antiallergici anche senza motivo valido, non riuscendo a tollerare un leggero mal di testa, un lieve dolore mestruale o un raffreddore, accettare un dolore è come accettare un po’ una parte di noi stessi, forse aspetti di noi che non ci piacciono, ma fanno sempre parte di noi, sono noi, contribuiscono a forgiare l’IO.