Dipendenza da Facebook (e da social network).



30/01/2020 | 16:00

 

 

La dipendenza da Facebook e dai vari social network è un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società, tra gli adolescenti ma anche tra gli adulti. Non è un fenomeno isolato a poche categorie di persone ma interessa tutti, senza distinzione di origine, appartenenza sociale o culturale. Inoltre anche quando non ha i caratteri dell’estrema gravità è comunque qualcosa che può causare disagio e interferire negativamente nell’organizzazione della nostra vita quotidiana.

Insomma, passare 10 ore al giorno su facebook è estremamente dannoso, ma lo è lo stesso, anche per poche ore.

FACEBOOK MANGIA IL TEMPO, si sprecano ore e non ce ne si accorge, ci si sveglia con l’idea di accendere il PC, si gioisce quando si trova il numeretto di notifica (si è visto che viene liberato dai centri nervosi del nostro cervello lo stesso tipo di neurotrasmettitori implicati nelle attività sessuali), si dice a se stessi: “adesso stacco adesso stacco” ma non lo si fa, non si và in bagno (correndo il rischio di ritenzioni fecali o urinarie prolungate), si rimanda tutto, i piatti a tavola diventano freddi, gli appuntamenti saltano e le uscite pure perché rimandando di dieci minuti in dieci minuti ci si rende poi conto all’improvviso che si è fatto tardi anche per uscire e trovare gli amici.

 

Partendo dal presupposto che c’è molto di buono in facebook, per la possibilità di condividere link, informazioni, di allacciare nuove amicizie o relazioni, mantenere i contatti con persone che stanno lontane, insomma ci si può divertire, ci sono numerosi aspetti negativi che non devono essere sottovalutati., aspetti negativi che si manifestano nettamente e massicciamente soprattutto per le nuove generazioni, quelle che sono nate o cresciute all’interno dell’era digitale (dal 2000 in poi), anche se pure i più grandi possono diventare estremamente vulnerabili e attratti dalla fascinazione di face book (spesso i più grandi ne parlano male o maledicono Zuckembeg come difesa o diniego).

 

Gli effetti negativi di Facebook sono tanti, forse è superfluo citarli o parlarne, alcuni sono evidenti, altri più sottili, alcuni riguardano la vita sociale, emotiva, altri coinvolgono l’organismo nella sua fisicità (dai problemi alla vista, alla sedentarietà, alla postura scorretta), altri ancora le facoltà cognitive e le varie dimensioni dell’intelligenza, specialmente in età evolutiva.

Immaginiamo poi gli effetti negativi di facebook come possono essere amplificati in soggetti ansiosi, insicuri, depressi, con bassa autostima o con qualsiasi tipo di problema psichico di vario tipo.

 

La pervasività di Facebook nella nostra quotidianità sta inevitabilmente portando le scienze psicologiche a occuparsene, sia dal punto di vista clinico che di ricerca.

Al punto che presso la University of Bergen è in corso il progetto di ricerca Facebook Addiction.

Il progetto di ricerca ha già prodotto dati da poco pubblicati su Psychological Reports nonché la messa a punto di uno strumento specifico per la valutazione del grado di dipendenza da Facebook. 

La Bergen Facebook Addiction Scale (BFAS) sviluppata dalla Facoltà di Psicologia della University of Bergen in collaborazione con la Bergen Clinics Foundation (Norvegia) è stata somministrata a 423 studenti, insieme ad altre scale self-report (quali ad esempio, Addictive Tendencies Scale, Online Sociability Scale, Facebook Attitude Scale, etc).

Ecco alcuni esempi di items:

  • Senti l’impulso di usare Facebook sempre di più
  • Utilizzi facebook per distrarti da tuoi problemi personali
  • Hai cercato di diminuire l’utilizzo di Facebook ma non ci sei riuscito
  • Utilizzi così tanto Facebook che questo crea un impatto negative sul tuo lavoro o studio

 

Ai soggetti è richiesto di rispondere secondo una scala likert a 5 passi, da (1) molto raramente a (5) molto spesso. La struttura fattoriale della scala è risultata buona, così come il coefficiente alfa e il test-retest (prove speciali che misurano l’attendibilità di un test)

Dai dati emerge come la dipendenza da Facebook si verifichi maggiormente negli utenti più giovani; sembrerebbe inoltre che lepersone che presentino punteggi maggiori di ansia sociale utilizzino Facebook per più temporispetto a individui con minori punteggi in questo costrutto.

E’ emerso inoltre che lepersone con elevati livelli di dipendenza da Facebook tendenzialmente presentano una disregolazione dei ritmi sonno-veglia.

Sarebbero invece meno a rischio di dipendenza da Facebook le persone più organizzate e più ambizioseche tendono ad utilizzare il social network come parte integrante nel loro lavoro in termini di networking; anche l’essere donne sembra essere un fattore protettivo dall’insorgenza della Facebook addiction.

La Facebook Addiction rappresenta un fenomeno da non sottovalutare, che sempre più spesso riscontriamo anche in terapia in associazione ad altri sintomi psicopatologici: ora abbiamo a disposizione uno strumento standardizzato per un assessment più puntuale di questo aspetto.

Tuttavia ancora molto c’è da fare soprattutto in termini di prevenzione e di educazione alle famiglie.

 

Le famiglie devono stare attente, seguite i vostri figli, fateli giocare all’aperto (le strade oggi sono vuote, nessun pallone rompe più i vetri), controllate i profili FB dei vostri figli, controllate le foto che pubblicano e le loro amicizie, i giochi virtuali (spesso stupidi) che fanno.