La mente dimentica sempre ma il corpo ricorda tutto.


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Molti disturbi fisici non hanno una chiara causa organica. Spesso si fanno interminabili visite mediche ma non si trova molto e non si risolve nulla, non se ne viene mai a capo. L’idea che la causa possa essere psicogena non ci sfiora manco per la testa.

17/11/2021 | 15:34

La mente dimentica sempre ma il corpo ricorda tutto.

 

Molti disturbi fisici non hanno una chiara causa organica: gastrite, esofagite, disturbi intestinali, intolleranze alimentari, spossatezza e stanchezza cronica, disturbi del sonno, cefalea cronica, dispnea, fibromialgia, dolori intercostali, al petto o muscolari di vario tipo, mal di schiena o cervicale, parestesie o paralisi agli arti, dermatiti di vario tipo, alopecia, psoriasi e anche molte allergie.

Spesso si fanno interminabili visite mediche ma non si trova molto e non si risolve nulla, non se ne viene mai a capo. L’idea che la causa possa essere psicogena non ci sfiora manco per la testa: “Non è possibile”; “Mi fa male veramente”; “Ho subito vari interventi non me lo sto immaginando”.  Questo è quello che si sente spesso dire. I parenti e gli intimi, nella loro impotenza reagiscono male: “Stai esagerando”; “L’ha detto pure il medico che non hai niente”; “Te li fai venire tu”.

Così la persona si sente ancora più frustrata e angosciata, nel suo dolore e nella sua solitudine.

 

Cosa,  Come e  Perché. 

Molti di questi sintomi sono in realtà causati da ripetute e croniche esperienze avverse vissute non solo e per forza nel passato, ma anche nel presente.

Pensiamo a una scena prototipica: Mamma mi sgrida in modo intenso, vorrei che mi capisse o mi apprezzasse e invece mi urla contro, la mia risposta è quella di sentirmi umiliato, triste e mi vedo vulnerabile. Tuttavia succede anche un’altra cosa, il mio corpo si attiva: si produce adrenalina e dopo un po’ anche cortisolo. Le spalle e i muscoli si irrigidiscono, la schiena si abbassa, il respiro si blocca, lo stomaco si indurisce o al contrario l’intestino va in subbuglio e tanto altro, a seconda dei casi o delle persone. Lo stesso accade anche da adulti, se un amico ci offende, se il capo ci rimprovera o se il nostro partner ci delude.

E’ una risposta automatica fisiologica di tutti i mammiferi, precede la fuga, l’attacco o il collasso. Il corpo la memorizza. Quando queste risposte sono occasionali, sia da bambini che da adulti, nel giro di pochi minuti o pochi giorni, quando la problematica relazionale si risolve, si ritorna al precedente stato di omeostasi e tutto torna normale. Quando invece le esperienze dolorose si ripetono con elevata frequenza nel corso degli anni e sono molto intense, l’eccesso di produzione di certi ormoni e neurotrasmettitori può effettivamente intaccare certi organi o tessuti e indebolire le difese immunitarie. Il cortisolo ha un impatto rilevante sulle facoltà cognitive, sul lavoro dei globuli bianchi e sul logoramento di determinati organi. Inoltre nei momenti di forte sofferenza il centri cerebrali superiori si “spengono”, quindi non riusciamo a calmarci, a narrarci quello che sta succedendo. Il cervello dice al corpo che deve proteggersi e quindi non ragiona più. Si rimane per così dire “intrappolati nel sintomo fisico” ,senza possibilità di autoregolarci e autocalmarci. Se questi meccanismi perdurano per molti anni si cronicizzano e favoriscono l’insorgere di malattie organiche anche serie. In casi di traumi intensi e ripetuti (ad es. violenze fisiche e sessuali infantili ripetute) i disturbi possono essere molto gravi: paralisi di intere parti del corpo, stimmate, svenimenti improvvisi, tumori, disfonie croniche, malattie cardiache, malattie autoimmuni e cosi via.

Come risolvo?

La psicoterapia funziona perché permette alla persona di entrare in contatto con i propri bisogni insoddisfatti nelle esperienze traumatiche. Le esperienze traumatiche non sono solo le violenze o gli abusi, ma sono anche le silenziose e piccole trascuratezze e mancanze quotidiane: papà che non gioca con me, mamma troppo esigente, mio marito che mi trascura, i miei genitori non mi capiscono, ecc.

Sono bisogni insoddisfatti mai ascoltati, a volte anzi, brutalizzati con violenza e carenze educative gravi. In terapia diamo voce a questo dolore silenzioso, ci entriamo in contatto in punta di piedi, con delicatezza e rispetto, e piano piano lo saniamo. Abbiamo tutta la sensibilità e gli strumenti per farlo (nonostante io la usi e sia molto di moda, l’EMDR non è la tecnica più efficace). A volte servono anche i farmaci, ma per brevi periodi.

Lavoriamo non solo sui ricordi antichi (a volte non è manco necessario), ma soprattutto sul corpo, creiamo schemi corporei e sensomotori nuovi, diversi da quelli traumatici, riattiviamo le risorse sopite delle persone. “Raddrizza la schiena, punta i piedi a terra, porta il petto in avanti, respira profondamente e dici a tua madre che vuoi essere amata, che vuoi essere rispettata, che hai il diritto di uscire a giocare con le amiche”.

In caso di abusi sessuali (E' solo un esempio): “Ricorda quella volta in cui ti sei sentita forte, bene, tienila, adesso stringi i pugni, respira, raddrizza la schiena, torna sulla scena traumatica, ci sei? Bene, spingi il molestatore e scappa via dalla stanza, mettiti al sicuro”. A volte lo facciamo in immaginativo, a volte in piedi uno di fronte all’altro.

Riscriviamo i finali in modo sano e adattivo. Spesso fa paura, ci si vergogna, si teme di risvegliare uno tsunami di dolore che poi non passerà più, invece passa.

Si può affrontare, è un fuoco di paglia, un tunnel di cui non si vede l’uscita ma l’uscita c’è, il percorso lo si fa mano nella mano col terapeuta.

Non si è più soli.

 

Vito Lupo